Se un mio amico di scuola ha un arresto cardiaco che faccio?

Se un mio amico di scuola ha un arresto cardiaco che faccio?

Quasi un anno fa, il disegno di legge sulla “buona scuola” ha introdotto la formazione sulle tecniche di primo soccorso obbligatoria nelle scuole secondarie di primo e secondo grado.
Da quel momento, non si è saputo sull’attuazione del provvedimento che proietterebbe l’Italia tra i primi Stati Europei, questa volta alla pari di Nazioni come Inghilterra, Svezia, Francia, Germania, Danimarca, in tema di soccorso e pubblica assistenza.
E’ passato un anno e la situazioneè sempre più confusa, Decreti che vengono prorogati pochi giorni prima della scadenza (Decreto Balduzzi), atti governativi che non vengono rispettati, persone che continuano a morire per colpa del non sapere.
Un’indagine svolta su circa 9.500 ragazzi dagli 11 ai 25 anni condotta nei giorni scorsi, ci parla di dati impressionanti

Cosa accadrebbe se uno studente perdesse i sensi a scuola?

L’indagine pubblicata anche dal Corriere della Sera, ha dato questi risultati:  in un’ipotetica classe di 20 persone, una si farebbe prendere dal panico, 8 chiamerebbero un’ambulanza senza nemmeno assicurarsi che ce ne sia effettivamente bisogno e un paio inizierebbero a prendere a schiaffi il poveretto il resto resterebbe immobile ad osservare cosa accade all’infortunato. Un caos che di certo non gli salverebbe la vita.

In teoria si sa cosa fare, ma purtroppo manca la pratica

Per quanto riguarda le manovre di  primo soccorso i nostri studenti purtroppo non se la cavano molto bene, eppure quasi tutti riconoscono l’importanza di saperle applicare, tanto che gli intervistati vorrebbero che l’insegnamento divenisse obbligatorio a scuola.

Di sicuro, sempre in base all’intervista effettuata nei mesi scorsi, qualcuno saprebbe cosa fare in caso di necessità e di arresto cardiaco in corso: almeno 2 intervistati su 5, infatti, avrebbero il sangue freddo di avvicinarsi e scuotere leggermente il compagno privo di sensi per vedere se riesce a riprendere conoscenza.

Ma,  più di 1 su 5 non sarebbe neanche in grado di capire se respira. I ragazzi attiverebbero immediatamente i soccorsi? Purtroppo la risposta è ancora negativa, 1 su 8 preferirebbe telefonare ai genitori del suo compagno, un altro 5% si bloccherebbe in preda al panico.

Quali sono i numeri da chiamare? 

Circa l’88% sa che il numero da attivare per le emergenze sanitarie è il 112 dove questo è già attivo oppure il 118, un altro 5% chiamerebbe, il 911 attivo solo negli States, ma non in Italia. il  3% per chiamare un’ambulanza farebbe il 115, o a quel 4% che invece digiterebbe il 113 non proprio sbagliato ma che di sicuro farebbe perdere tempo.

Circostanza a favore dei ragazzi è che se dopo essersi messi in contatto con un operatore del 112/118 ricevessero l’autorizzazione a praticare un massaggio cardiaco, il 58% inizierebbe immediatamente, anche se confessa di non saperlo fare e un altro 11% si rifiuterebbe non sapendo da che parte cominciare. La maggioranza però (il 69%) sa che bisognerebbe fare in modo che il suo compagno sia in posizione supina.

Al momento di effettuare il massaggio cardiaco vero e proprio, pochi conoscono gli aspetti tecnici: solo il 20%, per esempio, saprebbe che il numero di compressioni sul torace da fare in un minuto sono minimo 100. E se dovesse pure usare il defibrillatore? L’84% non saprebbe nemmeno tenerlo in mano. Questo probabilmente anche perché il 74% del campione non ha mai svolto un corso di rianimazione a scuola. Peggio, in molti casi (1 su 4) i ragazzi raccontano di non avere un defibrillatore nel loro istituto, mentre un altro 49% non lo sa proprio.

Il 95 per cento vuole i corsi obbligatori nelle scuole

La quasi totalità degli intervistati (oltre il 95%) è assolutamente consapevole dell’importanza di sapere come rianimare una persona in arresto cardiaco. E  quasi altrettanti vorrebbero rendere obbligatorio lo svolgimento di alcune ore di teoria e pratica di tecniche di primo soccorso a scuola.

Va però ricordato che l’autorizzazione a defibrillare viene rilasciata esclusivamente dal 118 Regionale o locale, a seguito di un corso pratico da svolgere per il tramite di organizzazioni autorizzate dalla Regione e dal 118.

Il solo massaggio cardiaco serve a tenere l’infortunato in vita fino all’arrivo dei soccorsi.

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